Lib- Portare solidarietà nel mondo dello sport è fortemente liberale
Intervista di Lib- a cura di Alberto Lotti. Gente (in) comune. Una nuova rubrica di Lib- dedicata alla "gente normale" che lavora e si impegna sul nostro territorio. Partiamo di Molino Nuovo, il quartiere piu' grande di Lugano e da Carlo Regondi, una persona dalle molte passioni.
Intervista a Carlo Regondi
Incontro Carlo Regondi a Lugano, in piazza Dante, davanti alla bancarella PLR. Lo scorgo impegnato, assieme ad un gruppo di colleghi, nel tentativo di fermare i passanti. Ogni qual volta il successo gli arride, ecco che nasce il dialogo con un cittadino. È sabato 28 ottobre 2023, il ballottaggio per l’elezione al Consiglio degli Stati si avvicina. Un invito per un voto secco ad Alex Farinelli, un’esortazione a firmare l’iniziativa popolare contro la burocrazia. Regondi è una persona equilibrata, sa ispirare competenza e fiducia. Cinquant’anni, una bella famiglia, l’amore per lo sport, un lavoro di soddisfazione nel settore bancario. È entrato in politica relativamente tardi, in occasione delle comunali 2021, una campagna condotta in circostanze del tutto particolari. Non è stato eletto, ma ha deciso di perseverare, di fare tesoro dell’esperienza. L’anno successivo si è reso disponibile per la presidenza della sezione PLR di Molino Nuovo, il quartiere più popoloso di Lugano. Una scelta che a suo avviso potrà rendere ancor più incisive quelle attività in campo sportivo e sociale in cui da anni si impegna. Fra di esse spicca la StraLugano, di cui Regondi è di recente divenuto presidente a coronamento di dieci anni di lavoro nel comitato organizzatore. Con queste premesse, LIB- non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione per un’intervista.
Regondi, perché passare il sabato mattina alla bancarella PLR?
In nessun posto come in piazza uno ci mette la faccia. Quando animi una bancarella sai che incontrerai in prevalenza persone che non conosci. Devi essere pronto a presentare in modo convincente te stesso e l’idea per cui ti batti. Saperlo fare non è immediato, presuppone una preparazione preliminare. La piazza è una scuola di vita che ti insegna a interagire con gli altri, ti rende capace di accettare le critiche di chi non condivide il tuo punto di vista. Saper controbattere gli argomenti di chi ha opinioni diverse è ancora più arricchente che sostenere le tue idee. È un esercizio che ti aiuta a vincere le debolezze caratteriali. Lei mi domanda quali sono i vantaggi che il presidio in piazza porta al partito? Forse non sarà sufficiente per cambiare i grandi numeri, ma anche quelli piccoli contano. Negli eventi che organizzo per la mia sezione ho imparato che anche una sola persona in più che riesci a convincere è un voto guadagnato che prima non avevi.
Cosa significa fare politica a Molino Nuovo, il quartiere più grande di Lugano?
Molino Nuovo conta quasi dieci mila abitanti. È un quartiere esteso, dinamico, conscio della propria identità di polo aggregante in cui il residente non ricerca un dormitorio, ma una comunità in cui lavorare e vivere. Al suo interno ritroviamo importanti associazioni a valenza cantonale quali la Croce Rossa, L’Associazione ticinese terza età e la Fondazione Vanoni, solo per fare alcuni nomi, come pure l’Ospedale Civico, la sede della Polizia e lo stadio. Per non parlare dell’Università. Molino Nuovo è un quartiere industrioso che contribuisce per l’undici per cento alle attività commerciali e finanziarie della città. La popolazione è mista sotto il profilo sociale. Al suo interno vi è chi sta meglio e chi sta meno bene ed io ritengo che dovere della politica sia di essere sensibile ai bisogni di questa seconda fascia. Come presidente ho ereditato una sezione segnata dalla stasi causata dalla pandemia. Mi sono proposto di renderla nuovamente dinamica, facendo “succedere” degli avvenimenti e mirando ad attrarre la fetta più grande dell’elettorato, quella che si disinteressa di politica e che non vota. Per avvicinare queste persone alla sezione devi farti conoscere, ma per farti conoscere devi portare delle tematiche che possano interessare il tuo quartiere. Ogni presidente causa cambiamenti, personalmente ho voluto portare un messaggio di impegno sociale anche ricercando sinergie con le associazioni del territorio, che la nostra sezione sostiene. Un esempio? I fondi raccolti con la tradizionale riffa natalizia sono stati l’anno scorso destinati non all’autofinanziamento ma al progetto “Casa sicura” della Fondazione Vanoni.
Il cittadino chiede alla politica di impegnarsi su temi non generici, ma specifici e concreti. Quali sono i vostri?
La nostra sezione è particolarmente attenta a due temi, la creazione di spazi aggregativi per i cittadini e la sicurezza. Molino Nuovo è da sempre un quartiere di Lugano, non vanta una storia di comune autonomo. Come tale non ha mai avuto una casa comunale o altri centri istituzionali di socializzazione, da sempre privilegio del centro storico. È vero, esistono alcuni baretti che per tradizione i residenti prediligono, gradevoli ma insufficienti per sostenere la vita sociale di un quartiere moderno. Creare nuovi spazi di aggregazione a Molino Nuovo è un progetto su cui, richiamiamo con forza l’attenzione dell’intera città. Lo stesso è portato avanti anche con la Commissione di quartiere, di cui sono membro. Già vediamo i primi risultati, ma ancora non siamo soddisfatti. Come sezione, il nostro spazio favorito è certamente il Canvetto Luganese, gestito dalla Fondazione Diamante. Qui ci riuniamo spesso per trattare temi di interesse comune, in un ambiente aperto a tutti. Mi piange il cuore che il bocciodromo sia stato soppresso, nel raggio di pochi chilometri resta ormai solo quello di Massagno.
Mi parlava anche di sicurezza
Il tema della sicurezza sta emergendo come prioritario. Un quartiere privilegiato come il nostro attira, purtroppo, microcriminalità, talora spaccio. Nel quartiere esistono situazioni di disagio sociale. Qui bisogna agire subito, a supporto di chi è in difficoltà ma anche per non perdere il controllo del territorio. I rapporti con il Municipio sono in questo senso costruttivi. Riteniamo tuttavia che le Commissioni di quartiere ad oggi non siano coinvolte appieno come antenna del territorio, il che rallenta la comprensione delle dinamiche sociali.
Un tema controverso è quello della piazza, non è vero?
Piazza Molino Nuovo merita, anzi richiede una riqualifica. Un punto su cui una larghissima maggioranza della popolazione è d’accordo e sollecita la politica. Si tratta non tanto di cambiare l’arredo urbano, quanto di ripensare il concetto stesso di quella che è l’unica grande piazza di Lugano ad essere posizionata fuori dal centro. In quanto punto di accesso per chi proviene dal lago, la piazza è un importante biglietto da visita per il nostro quartiere. Personalmente immagino una piazza “alla francese” che possa aiutare nella definizione di quei punti di aggregazione di cui già parlavo. Da una scacchiera sul pavimento a una struttura leggera dove tenere mercatini o piccoli eventi di ogni tipo, valorizzando il verde e i commerci limitrofi e mantenendo senza dubbio un punto d’acqua. Siamo consapevoli che andrà trovata una via di incontro fra chi è affezionato alla vecchia fontana e chi, come molti giovani, privilegerebbe nuove soluzioni. Mi lasci dire che, in generale, la difesa del verde nel quartiere sarà un tema chiave del futuro, in particolare sulla piana, laddove auspico si possa costruire maggiormente in altezza, liberando spazi al suolo per il verde pubblico come quello privato.
Venendo alla sua persona, come concilia sport, socialità e politica?
Ritengo che portare solidarietà all’interno dello sport sia un tema fortemente liberale. Deriva infatti dalla convinzione che l’individuo possa costruire una società migliore. A livello personale mi impegno a far sì che lo sport sia un mezzo di integrazione ed accessibile a tutti. Di qui il mio lavoro a sostegno delle gare di Handbike (Round Table Cup) e di InSuperAbili, Gruppo sportivo in carrozzella, e del programma Run for Charity, che all’interno della famiglia di StraLugano raccoglie fondi a favore di venti associazioni attive sul territorio.
Proprio dagli sportivi in carrozzella impariamo ad anteporre i valori dello sport a quelli dell’agonismo. È questo che cerco di trasmettere anche in famiglia. Lo sport aiuta chi lo pratica non solo ad affrontare le vittorie e le sconfitte della vita, ma anche a riconoscere e trasmettere valori positivi, individuali e di gruppo, in primis incoraggiare e sviluppare amicizia e solidarietà.
Sono attivo non solo come sportivo ma anche come tecnico, ad esempio come ufficiale di tavolo dei Lugano Tigers movimento giovanile. Da quest’anno ho assunto la presidenza della StraLugano, che con cinquemila partecipanti è il più grande evento sportivo del cantone. Una sfida organizzativa, da gestire con successo nell’interesse della nostra comunità.
Lei ha una lunga esperienza nel settore finanziario: quali prospettive per Lugano?
Con oltre vent’anni di esperienza, ho vissuto le tre fasi del settore bancario luganese: l’entusiasmo, il ridimensionamento e, oggi, la stabilizzazione. Ho colto l’opportunità di essere imprenditore, dando vita ad una società di gestione patrimoniale assieme a tre colleghi. Un’esperienza illuminante, che ti insegna la responsabilità di chi ogni mese deve pagare gli stipendi, a sé stesso e ai propri collaboratori. Il processo di concentrazione del settore, spinto dalla ricerca di economie di scala e dalla transizione tecnologica, ci ha poi convinto ad associarci ad un istituto bancario. Più una boutique che non un gigante di valenza nazionale, di conseguenza compatibile con il concetto di vicinanza al cliente che è proprio del gestore patrimoniale indipendente. Ritengo che oggi il settore finanziario sia solido e possa costituire la base per un processo di crescita, in particolare se si dovesse raggiungere reciprocità con gli Stati vicini. Nel frattempo, in Ticino fioriscono iniziative di successo, quali il commodity trading o, potenzialmente, il PlanB del comune di Lugano. Per chiudere il cerchio, mi lasci dire che la competenza e la conformità della piazza finanziaria luganese andrebbero, a mio avviso, promosse meglio a livello istituzionale.
In conclusione, ha delle ambizioni per le imminenti elezioni comunali?
La politica comunale mi interessa. Ritengo di poter portare un contributo di competenze e di valori alla mia città, di poter sviluppare quel tema di osmosi fra socialità e politica che, come il lettore avrà certamente notato, tanto mi sta a cuore. Questo è il motivo per cui mi sono messo a disposizione per il Consiglio comunale. L’obiettivo è contribuire a riportare il PLR ad essere il primo partito della città nell’ambito di un passaggio generazionale mirato a proporre persone, temi e valori vicini ai cittadini.