La chiusura del Lungolago

La chiusura del Lungolago

Lettera al Corriere del Ticino

Negli scorsi giorni alcuni lettori hanno manifestato il loro disappunto riguardo la chiusura del lungolago durante la manifestazione Lugano Bike Emotion. In quegli interventi ho potuto leggere le critiche nei riguardi degli organizzatori e del Municipio, per aver autorizzato la chiusura parziale alla circolazione di alcune vie, ma nessuno spunto riguardo le cattive abitudini di chi quelle stesse vie le intasa tutti i giorni o sulla necessità di un nuovo piano viario. Nonostante il largo avviso delle chiusure, in pochi hanno cercato di usare mezzi di trasporto alternativi (piedi, bici, bus) o percorsi diversi da quelli abitudinari (mi risulta che il portale Nord di Lugano fosse facilmente raggiungibile). Nessuno ha fatto notare che quando l'autostrada è bloccata (e quel venerdì si sono verificati tre incidenti in contemporanea) c'è la cattiva consuetudine di usare le vie cittadine come circonvallazione alternativa per evitare il traffico della A2.

L'attuale scelta logistica è dettata dal fatto che per molti organizzatori l'utilizzo del lungolago e delle principali piazze del centro cittadino è un obbligo per il successo della manifestazione e la presenza degli sponsor (senza i quali sarebbe impossibile organizzare alcun evento), nell'attesa di poter usufruire di nuovi spazi (PSE) o proporre moderne strutture (futuro Campo Marzio?) come valide e sostenibili alternative.

Per quanto riguarda i commerci sono convinto che in molti abbiano registrato il tutto esaurito, invasi da felici avventori e turisti che hanno goduto per quattro giorni di un lungolago pedonalizzato ed un ampio programma di intrattenimento. Non si può negare che vi possano essere stati dei momentanei fastidi, ma credo che i vantaggi (turismo su tutti) siano stati superiori.

I disguidi registrati (che possono verificarsi giornalmente per un banale incidente o altro evento grave) devono fungere da spunto per rivedere tutta la futura politica della mobilità luganese (e regionale) e non fermarsi a sterili e generali polemiche.

Sicuramente si possono e debbono studiare dei correttivi che favoriscano da subito la convivenza tra le manifestazioni in centro e la circolazione locale, ma l'impegno comune, in vista anche dei traguardi futuri riguardo la mobilità e l'inquinamento, deve essere soprattutto quello di cambiare le nostre abitudini, favorendo il trasporto pubblico e l'utilizzo di mezzi alternativi, non certo vietando le manifestazioni in centro città.

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